Gender ed affettività dal mio punto di vista
14.09.2015 13:55Scrivere qualcosa a proposito del GENDER non è cosa facile, ve lo dico subito. Non perchè non si sia scritto nulla in merito... anzi: forse proprio perchè si è scritto troppo. Trovare una descrizione semplice e lineare è impossibile; scorrendo le notizie in internet, alla sola parola "gender" esce di tutto: da chi condanna questa filosofia come aberrante per i nostri figli, a chi addirittura nega tutto dicendo che è una bufala o semplicemente propaganda di una certa fazione politica. Qualunque sia il VERO contenuto e fine di questa "filosofia", io mi permetto di esprimere un mio umile pensiero circa il concetto di affettività nei bambini: non parlo da esperta perchè non sono insegnante né pedagogista.... parlo da MAMMA. Parlo da persona che, come tutti, tiene al benessere dei propri figli e vuole esprimere alcune considerazioni in merito. Naturalmente non pretendo che il mio pensiero sia guida universale e rispetto chi vuole contrariarlo nell'ottica di un dialogo costruttivo. Quindi, visto che il tema è scottante, sarò ben felice di rispondere a vostri eventuali commenti che potrete lasciare nel "libro degli ospiti".
Fatta questa premessa, entriamo nel vivo dell'argomento: l'affettività dei bambini. Preciso che per affettività intendo tutto ciò che contribuisce a sviluppare emozioni e sentire del bambino. Quindi tutto ciò che si sviluppa in casa ma anche in ambiente esterno, scuola compresa. Non entro nel merito della bontà o meno della filosofia gender come già detto sopra; mi limito ad esprimere alcune mie considerazioni. Innanzitutto, nutro molta perplessità sul fatto che si possa insegnare ai bambini tutto sull'emotività; per esempio, quando sento parlare del "gioco del rispetto" mi chiedo se ci sia davvero bisogno di un programma che insegni le gioie del ravestimento per abbattere stereotipi sociali. Mi ricordo che da piccola, io ed il mio amico Daniel, giocavamo spesso a teatro... e ci divertivamo a travestirci e truccarci... facevamo finta di essere dei personaggi televisivi con tanto di parrucche e trucchi: e quanto ci divertivamo! Il tutto era frutto della nostra spontaneità ed iniziativa: quindi, perchè un programma che insegni questo? In fondo "il fare finta di" appartiene alla modalità di gioco dei bambini ed il fatto che ci sia il bisogno di educarli in tal senso, a mio avviso, è un modo per svalutare la loro creatività e libertà. Sono manifestazioni spontanee che proprio perchè tali non andrebbero toccate.
Altra cosa poi che mi lascia sgomenta è il fatto di voler fare un'educazione alla sessualità fin dalla primissima età per definire quella che sarà l'identità sessuale da adulti. Non entro in merito alla modalità gender con cui si educano i bambini fin dalla primissima età, perchè non so quanto effettivamente sia vero quello che si dice a proposito di masturbazione e quanto in realtà sia frutto di propaganda: dico che comunque NON è affare nostro quella che sarà l'identità sessuale delle generazione futura. Mi spiego meglio: quanti di noi hanno avuto professori che li hanno educati alla sessualità per poter definire la propria identità da adulti??? Nessuno: e non per questo non abbiamo scoperto la nostra sessualità. Perchè non lasciamo che i bimbi di oggi, futuri ragazzi, scoprano da se' l'eros? Io credo ci sia anche un'intimità della persona che va preservata. Anche perchè l'eros è diverso per ognuno di noi ed è giusto che ognuno lo scopra e viva da se' per poter crescere e maturare. Trovo aberrante questa volontà di manipolare in tutto e per tutto le nuove generazioni al fine di farle crescere nel rispetto dell'altro: che sia uomo o donna o etero o gay. Non credo sia questo il modo. Concordo pienamente con la scrittrice Susanna Tamaro quando dice che "da che mondo è mondo, i piccoli d'uomo hanno scoperto da soli come nascono i figli e cosa fanno gli adulti quando si appartano. Il percorso di queste scoperte coincide con quello del corpo, ed è un percorso fatto di penombre, di cose nascoste, di piccole conquiste, di grandi e improvvise folgorazioni. Da sempre, i bambini sperimentano tra di loro - protetti da qualche frasca o dall'ombra rassicurante di un letto - quelle che saranno le potenzialità dei loro corpi, lontano dagli sguardi indiscreti degli adulti. È un tempo di scoperta che esige la separazione dal mondo adulto. L'esplorazione del proprio corpo e di quello degli altri è un'attività che è sempre esistita, e che sempre esisterà. Probabilmente soltanto la nostra società malata di frantumazione ha bisogno di farla illuminare dalla sapienza degli specialisti, senza tenere conto del nostro innato senso di pudore".
Io trovo che queste parole siano verissime: c'è bisogno che il bimbo si separi dall'adulto per sperimentare il proprio corpo, per vivere le sue emozioni, fare la sue scoperte. Crediamo veramente che insegnando TUTTO ai bambini faremo di loro degli adulti migliori??? Non è forse meglio che la propria identità sessuale la scoprano nella scuola della vita??? Noi adulti dovremmo limitarci a far si che i nostri figli crescano per quello che sono, educandoli al rispetto per l'altro, sia chiaro. Ma il rispetto nasce nel momento in cui lo si dimostra e, scusatemi, mi pare che noi adulti per primi non rispettiamo i bimbi nel loro essere tali. Ci preoccupiamo fin da piccoli per quello che potranno diventare da grandi: cerchiamo invece di vivere al meglio il presente e siamo di esempio; se seminiamo amore, fiducia ed ascolto, potremmo sperare in adulti che sanno amare e rispettare; se invece i bimbi si sentono dire tutto quello che devono fare, non solo crescono fragili ed insicuri ma anche privi di fiducia in se'. E una persona che non ha fiducia in se' stesso non ha neppure rispetto per l'altro.
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